Viaggio in Norvegia

Cronostoria del viaggio fatto nell’agosto del 2016 assieme a due amici, Giovanni Cioci e Luca Caprara.

Giorno 1: arrivo a Oslo
Il viaggio iniziò con un volo da Bologna all’aeroporto di Gardermoen con scalo a Parigi Charles De Gaulle.
All’arrivo, ritirammo l’auto, ricordo una Ford Focus station-wagon, e ci dirigemmo verso il Bed & Breakfast nel centro di Oslo per il check-in.
Lasciati i bagagli, decidemmo di fare una passeggiata per esplorare la città. Il primo punto di riferimento è stato la “Karl Johans Gate”, la principale via pedonale di Oslo ricca di negozi, ristoranti e caffetterie.
Poi, ci dirigemmo verso il Palazzo Reale che, come si evince, ospita la famiglia reale norvegese.
Il palazzo è un edificio semplice ma imponente con un grande e curatissimo giardino, fruibile per chiunque, che lo circonda.
La sera, abbiamo cenato in un ristorante tipico norvegese, dove ho assaggiato per la prima volta un’ottima bistecca di renna.

Giorno 2: direzione Bergen
La mattina seguente siamo saliti in auto per raggiungere la città di Bergen (https://it.wikipedia.org/wiki/Bergen), nota cittadina sulla costa dell’oceano Atlantico.
Il viaggio è durato 8 ore (questo numero ci accompagnerà per tutto il viaggio), con una tappa intermedia per un fugace pranzo nella cittadina sciistica di Geilo.

Arrivati e lasciati i bagagli, raggiungemmo a piedi il famoso e caratteristico quartiere della città denominato “Bryggen” (https://it.wikipedia.org/wiki/Bryggen), patrimonio mondiale dell’UNESCO dove le coloratissime case di legno sul molo e le bancarelle dei venditori di pesce infondono unicità a fascino al quartiere.

Per pranzo, ci fermammo a mangiare in una delle bancarelle per assaporare l’atmosfera del luogo. I venditori, oltre a vendere il pescato fresco, offrono un servizio di cucina con tavoli dove sedersi per poter gustare il pesce scelto. Ricordo con piacere e stupore che uno dei banchi era gestito da ragazzi giovani bolognesi, trasferitisi in Norvegia in cerca di fortuna. Chissà se sono riusciti a trovarla?
La cucina, semplice, minimalista con pochi condimenti ci ha fatto apprezzare tutta la freschezza del pesce.
Il pranzo consisteva in uno spiedino di pesce bianco misto, un trancio di merluzzo lessato, l’onnipresente salmone e un trancio di balena arrosto. Ovviamente era la prima volta che assaggiai la balena – ricordo un sapore neutro e anonimo che non mi fece gridare al miracolo.


Giorno 3: Bergen
Il giorno successivo, dopo una piacevole colazione in una pasticceria del quartiere nella quale ho potuto assaggiare una pasta alla crema speziata alla cannella accompagnata da un caffè all’americana, sono salito sulla Fløibanen (https://it.wikipedia.org/wiki/Fl%C3%B8ibanen) , una funivia in pieno centro a Bergen che porta sulla collina di Fløyen da dove è possibile ammirare un panorama mozzafiato della città e del fiordo e nonostante una leggera foschia sono riuscito ugualmente a godermi il paesaggio.

Scesi dalla collina ci dirigemmo in centro, verso la città vecchia dove le strette vie acciottolate e le bianche casette in legno ci hanno fatto innamorare della città immediatamente.

Giorno 4: direzione Ålesund
Di buon’ora ci siamo rimessi alla guida direzione Ålesund (https://it.wikipedia.org/wiki/%C3%85lesund).
Anche in questo caso il viaggio è durato circa 8 ore attraverso lunghe vallate ricche di vegetazione, cascate e poca civiltà. Percorrendo strade che costeggiano l’oceano abbiamo imbarcato l’auto due volte sui traghetti per attraversare altrettanti fiordi ed abbreviare i km da percorrere fino alla meta.
Ricordo una leggera titubanza perché soffro di mal di mare, poi complice il mare calmo e l’assoluta stabilità del traghetto, la perplessità è svanita come una bolla di sapone.

Arrivati in albergo e posati i bagagli, ci siam diretti per una passeggiata verso il molo Brosundet, dove le colorate case in legno e le meravigliose costruzioni in stile Liberty affacciate sulla lingua d’acqua caratterizzano la cittadina.

A pranzo ci siamo fermati in un chiosco “Fish & Chips” sedendoci all’aperto per godere della splendida vista e godere del piacevole tepore del sole. Tutto perfetto tranne la fredda e quasi infastidita accoglienza della ragazza che gestiva l’attività, che m’ha lasciato un pò d’amaro in bocca ma, fortunatamente scivolato via con la stessa velocità con cui è arrivato. Nonostante ciò, il cibo era buono, pagato ovviamente a caro prezzo, come del resto qualsiasi cosa in questa splendida nazione.

Nel pomeriggio, ho visitato il “Kvernes Stave Church” (https://en.wikipedia.org/wiki/Kvernes_Stave_Church), una chiesa a palizzata in legno risalente al XII secolo, tipico esempio di architettura medievale norvegese dichiarata anch’essa patrimonio mondiale dell’UNESCO. La particolarità di queste tipologia di chiese, non rare nel paese, sta nella presenza costante di piccoli cimiteri adiacenti di tombe interrate.


Giorno 5: Ålesund
Il giorno successivo abbiamo girovagato qua e la per la città per ammirare le fantastiche case in stile Art Nouveau a mattoni scuri fermandomi a sorseggiare caffè americano, l’unico bevibile in quella nazione perché l’espresso è da dimenticare.
Pranzo e cena, rispettivamente in un Fish & Chips e in un ristorante dove ho mangiato tipicità a base di pesce.

Giorno 6: ritorno a Oslo
Dopo l’abbondante colazione all’inglese, con uova e bacon, siamo risaliti in auto direzione Oslo (https://it.wikipedia.org/wiki/Oslo).
Questa volta, anziché percorrere strade parallele al mare, abbiamo preferito passare all’interno, con tappa a Otta e nella cittadina di Lillehammer (https://it.wikipedia.org/wiki/Lillehammer), famosa per i giochi olimpici del 1994.

Caso vuole che anche questa volta il viaggio sia durato 8 ore, con l’unica particolarità d’aver percorso un tratto di autostrada, cosa rara in questo paese perché la rete viaria norvegese è caratterizzata da strade provinciali che collegano piccoli paesi e piccole città, attraversando valli e costeggiando i tanti fiordi della nazione.
Da italiano mi sento in dovere di sottolineare che le strade provinciali norvegesi non sono malmesse come le nostre, posso affermare senza esagerazioni che sono “tavole da biliardo”, senza una buca.

Giorno 7 / 8 / 9: a Oslo
Di nuovo a Oslo, questa volta l’alloggio è un appartamento in affitto nel quartiere delle ambasciate, alle spalle del Palazzo Reale. Quartiere non eccessivamente elegante, ovviamente pulito, curato e tranquillo.

La prima cosa che m’ha colpito della città è l’apparente assenza di forze dell’ordine. L’abbiamo girata in lungo e in largo per due giorni a qualsiasi ora, incontrando una sola pattuglia, forse solo perché era sabato sera.
Ho visto persone fare jogging in tarda serata in assoluta tranquillità, forti del fatto che la delinquenza non è palpabile come dalle nostre parti.
Un’altra particolarità che m’è rimasta piacevolmente impressa è che per un norvegese, stare alle regole, rispettare il prossimo e soprattutto la natura che lo circonda è la normalità.
Quanto detto lo voglio riassumere con un aneddoto capitatomi una sera verso le 23:30 quando, di ritorno a casa dopo una serata passata in centro in uno “Scottish Pub” per una partita di Champions League, arrivammo nei pressi del Palazzo Reale, alle spalle del quale c’è una strada lunga e diritta.
All’arrivo notai una coppia, forse marito e moglie, ferma sul bordo della strada. Mi fermai a fianco e sporgendomi, non vidi anima viva. Non capendo perché la coppia fosse lì, ferma, immobile, decisi d’aspettare. Con mio stupore, perché italiano, vidi i coniugi attraversare la strada allo scattare del verde pedonale.”

La prima visita l’abbiamo dedicata al Vigeland Park (https://it.wikipedia.org/wiki/Parco_di_Vigeland), un parco all’aperto con oltre 200 sculture di figure umane in diverse pose e situazioni, molto evocative, create dall’artista Gustav Vigeland. Consiglio la visita perché vederle, ha suscitato in me diverse emozioni.

La mattina seguente, partecipammo ad una crociera sul fiordo di Oslo, ammirando il panorama della città, delle isole circostanti e delle piccole case in legno dalle pareti dipinte di rosso con finiture bianche e la classica bandiera norvegese sventolante sul palo bianco conficcato nel giardino. E si, il popolo norvegese è profondamente nazionalista.

Nel pomeriggio ci siamo diretti al porto (https://it.wikipedia.org/wiki/Fjordbyen), un quartiere elegante caratterizzato da costruzioni moderne che ospitano banche, uffici e tanti locali dove mangiare o fermarsi a bere qualcosa e il bianchissimo teatro dell’opera (https://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_dell%27Opera_di_Oslo).

Nota di merito per l’unico ristorante italiano “Ruffino” (https://ruffino.no) dove abbiamo cenato perché dopo tanti giorni di pesce un bel piatto di pasta ci stava tutto.
Il ristorante è gestito interamente da italiani e servono vero cibo italiano, addirittura il titolare proviene dalla mia stessa città quindi mi sento in dovere di nominarlo e pubblicizzarlo con piacere.


Considerazioni finali:
Il soggiorno è stato davvero fantastico avendo avuto la possibilità di visitare città ricche di storia, cultura e tanta natura.
Le persone incontrate sono state gentili, fredde ma ospitali ed il cibo è assolutamente delizioso.
Consiglio vivamente a tutti di visitare la Norvegia!

Alcune cose che ho imparato durante il mio viaggio:
• La Norvegia è un paese molto sicuro.
• Il costo della vita in Norvegia è piuttosto alto, per dar un metro di paragone: moltiplicate per 3 i costi in Italia.
• La maggior parte delle persone in Norvegia parla perfettamente l’inglese.
• Il clima in Norvegia è variabile, con estati fresche e inverni rigidi.

Consigli di viaggio:
• Acquistate l’Oslo Pass, che include l’ingresso a molti musei e attrazioni, oltre all’utilizzo illimitato dei mezzi pubblici.
• Il periodo migliore per visitare la Norvegia è da maggio a settembre, quando il clima è mite e le giornate sono lunghe.
• Visitate il museo nazionale di Oslo (https://www.nasjonalmuseet.no/).